Equitalia
Ricevere una cartella esattoriale, costituisce per molti, un qualcosa di traumatico o, comunque, di poco piacevole. Ogni qualvolta si riceve una cartella esattoriale, ci si trova innanzi al dilemma se pagare o se verificare la possibilità di impugnare la stessa. Ovviamente la verifica circa i presupposti di un’impugnazione, seppur su internet ormai si trovino centinaia di siti o consigli in tale materia, costituisce un qualcosa che si dovrebbe affidare a personale esperto. Basti pensare che, l’eccezione di prescrizione, che costituisce il motivo di impugnazione più frequente, è un qualcosa che presuppone l’eccezione di parte (nel senso che, seppur la cartella sia prescritta, se tale eccezione non viene formulata nel corso di un giudizio, non è che automaticamente Equitalia, oggi Agenzia delle Entrate-riscossione, eviterà di chiedervene conto). La cartella esattoriale è l’atto con il quale l’Ente Esattore agisce per recuperare un credito, nella fattispecie derivante da multe non pagate, dei Comuni o del Ministero dell’Interno
Seppur il presente paragrafo è intitolato Equitalia, v’è da dire all’uopo che, così come previsto dal Decreto legge n. 193/2016, convertito con modificazioni dalla Legge n.225/2016, dal 1° luglio 2017 le società del gruppo Equitalia sono sciolte (tranne Equitalia Giustizia) e nasce l’ente pubblico economico, Agenzia delle entrate-Riscossione.
L’esercizio delle funzioni relative alla riscossione sull’intero territorio nazionale (Sicilia esclusa) è attribuito all’Agenzia delle entrate ed è svolto dall’Agenzia delle entrate-Riscossione, ente sottoposto all’indirizzo e alla vigilanza del Ministro dell’Economia.
Impugnare una cartella esattoriale, costituisce (o dovrebbe costituire) compito da affidare solo a veri esperti della materia, perché presuppone problematiche di vario genere, comportanti anzitutto l’individuazione del giudice competente (si pensi solo che una stessa cartella esattoriale, potendo contenere tributi più disparati, potrebbe essere impugnabile innanzi a giudici diversi, come Giudice del lavoro, Commissione tributaria, Giudice di Pace), l’individuazione del vizio della cartella che, evidentemente, costituirà il motivo d’impugnazione. Non conoscere tali aspetti o affidare la valutazione di tali elementi, a internet o a persone poco padroni della materia, significa precludersi la possibilità di accoglimento del ricorso e aggiungere costi (spese legali alle quali si verrà sicuramente condannati, in virtù del noto principio della soccombenza), a quelli già presenti nella cartella notificata.
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